In questo periodo, all’interno dei castagneti sono visibili le galle che contengono le larve della vespa cinese del castagno, insetto cinipede parassita originario del nord della Cina, molto diffuso in Asia e negli Stati Uniti, simile ad una piccola vespa, che attacca sia il castagno europeo (Castanea sativa), selvatico o innestato, sia gli ibridi euro-giapponese (Castanea crenata x Castanea sativa). La vespa cinese può compromettere lo sviluppo vegetativo delle piante con ripercussioni negative sulla fruttificazione.
Per limitare la diffusione del parassita nei castagneti dell’ Emilia-Romagna, sono in vigore prescrizioni obbligatorie ed è stato avviato, dal 2009, un progetto di lotta biologica basato sull’ introduzione del parassitoide Torymus sinensis. Il progetto è finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, con la responsabilità scientifica dell’Università di Torino e con il coordinamento del Servizio fitosanitario regionale. La lotta biologica con Torymus sinensis è stata già sperimentata con successo in Giappone, dove ha portato ad una riduzione delle infestazioni al di sotto della soglia di danno nell’arco di una decina di anni. I trattamenti chimici non sono efficaci per il controllo della vespa cinese, oltre a risultare del tutto inaccettabili dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Il taglio delle galle va evitato, specialmente in autunno, per favorire l’azione di eventuali parassitoidi indigeni nei castagneti infestati.
Senza l’autorizzazione del Servizio fitosanitario è vietato lo spostamento di gemme e marze di castagno dalle zone in cui è presente la vespa cinese.
Per i nuovi impianti è necessario utilizzare esclusivamente materiale vivaistico accompagnato dal passaporto delle piante e proveniente da zone esenti dalla vespa cinese.
In allegato materiale informativo inviato dal Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna
- Avviso per i castanicoltori
- Nota informativa sul programma di controllo della vespa cinese in Emilia-Romagna